Sanità sulmonese parte 1: in prognosi riservata come la politica

SULMONA – La questione sulla sanità sulmonese rientra in un contesto complesso fatto di argomenti che non è possibile tralasciare se si vuole realizzare un quadro reale, sincero, effettivo. L’ottenimento dell’ospedale di primo livello e la messa al sicuro (ma non in scurezza) del punto nascita non avrebbe dovuto essere il primo passo, ma il terzo il quarto.

Ma andiamo con ordine: innanzitutto il merito; dall’ultima lettera ai sulmonesi del sindaco Di Piero: “Il risultato ottenuto, di cui va dato atto al Presidente della Regione, all’Assessore alla Sanità, alla Consigliera La Porta (e ai Corinzi, ndr), si traduce in un tangibile potenziamento del nosocomio sulmonese, con l’ulteriore inserimento delle Unità Operative Complesse di Pediatria e di Ostetricia e Ginecologia (compreso il Punto Nascita) e va considerato quale significativo punto di partenza, nell’attesa che allo stabilimento ospedaliero vengano assegnate le risorse umane e strumentali necessarie per soddisfare il bisogno di salute della nostra comunità”. amen. Che poi c’erano state un sacco di senatrici e non, a protestare con pancione sulle scale dell’Annunziata… almeno un cenno di ringraziamento a tutti quelli che avevano chiesto di non usare i “numeri” ma un buon senso territoriale e topografico… Pensiamo al tanto criticato Andrea Gerosolimo e a Marianna Scoccia, che ci lasciano un senso di rammarico: viste come sono andate le cose se avesse vinto Gerosolimo oggi avremmo forse qualche risultato in più politicamente parlando per il filo conduttore che Marianna Scoccia avrebbe portato in regione. Dovremmo non dimenticare l’impegno del sindaco Federico o della sindaca uscente Casini che sarebbe potuta benissimo rimanere al suo posto visto che il cambio di consegne fra lei ed il “minestrone” attuale ha portato ad uno stallo pericolosamente senza via d’uscita.

Nel prossimo articolo che chiameremo “punto di partenza” entreremo nel dettaglio delle problematiche sanitarie cittadine, per adesso ci basti considerare i limiti di una situazione precaria che non garantirà sicurezze al nosocomio sulmonese, tutt’altro. E la debolezza politica non aiuterà certamente a sviluppare soluzioni, giacché al grido di “assumiamo primari ed infermieri”, che politicamente potrebbe stuzzicare le fantasie di qualche ultimo credulone, nella realtà dei fatti sarà più complicato di quanto si possa credere. Gli otto consiglieri contro otto del comune di Sulmona più che fare politica sono concentrati su una sorta di ruba bandiera tenuta dal sindaco che, via via, col suo voto, sarà l’unico a consentire alla maggioranza di potersi definire ancora tale.

Edmond Dantes

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